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Agnone scende in piazza e fa rumore per dire basta alla violenza

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 La nevicata di ieri ha solo rimandato ad oggi 26 novembre la manifestazione ad  Agnone contro la violenza sulle donne. Seppur il freddo si faceva sentire anche questa mattina , bambini, ragazzi, donne, uomini hanno riempito piazza Giovanni Palo II e “il minuto di rumore” e' stato forte, partecipato e  coinvolgente.

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 La manifestazione organizzata dal Comune di Agnone in collaborazione con La Pro Loco, le associazioni, la scuola, gli atleti e la dirigenza della Polisportiva Olympia Agnone,  ha dimostrato, come in tutte le piazze italiane, una forte e reale presa di coscienza collettiva,  e la mobilitazione  ha preso una forma nuova, una voce forte e chiara , ribellandosi al minuto di silenzio per tutte le vittime di femminicidio e per le donne che subiscono violenza fisica, psicologica, domestica, economica. Violenza nelle parole, nei gesti che possono sembrare quotidiani ma sono invece estensione della «cultura del possesso», negli atteggiamenti che sotto traccia colpiscono l'autostima e l'indipendenza di ogni donna e ragazza.

Erano presenti tanti bambini con striscioni e cartelli, è fondamentale la partecipazione dei più piccoli, educare alla non violenza fin da piccoli perchè il rispetto si impara dall'infanzia. Hanno partecipato anche  gli studenti di Poggio Sannita, Belmonte del Sannio.  Presenti l'assessora Amalia Gennarelli, la consigliera Michela Cerbaso e l'assessora alle politiche sociali Enrica Sciullo.  Un grazie va a loro , per il   lavoro fatto nell'organizzazione della manifestazione e  per fermare la mattanza  e affermare con forza che  “Non ci sono scuse per la violenza contro le donne e le ragazze”

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 5 persone e testo

Sono importanti anche tutte le voci  che in questi giorni si sono alzate per chiedere al governo di agire concretamente: stanziando fondi per la prevenzione primaria che al momento mancano, sostenendo i Centri anti violenza, portando l'educazione affettiva e sessuale nelle scuole, in maniera obbligatoria, come già accade in molte scuole d'Europa.

 

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