Il fenomeno è allarmante, il disagio è profondo, i disturbi del comportamento alimentare, dall'anoressia alla bulimia, colpiscono sempre prima, tanto che nei centri si segnalano casi di esordio addirittura a 6-7 anni.
Un malessere complesso quello che porta ai Dca, le cui cause sono sia sociali sia legate al vissuto personale.
E se con la pandemia si è assistito ad una esplosione di queste patologie, il numero dei casi resta tuttora alto e si è ancora lontani dai livelli pre-Covid. Un'onda “lunga e buia” che gli esperti, nella Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla contro questo tipo di disturbi, che si celebra il 15 marzo, paragonano a quella del long-Covid, mentre forte è la richiesta di maggiore assistenza sul territorio.
Laura Dalla Ragione, psichiatra : "L'intercettazione precoce di questi disturbi fa la differenza"
Numeri allarmanti
Una persona su 5 nel mondo e una su 3 in Italia soffre di disturbi dell'alimentazione e della nutrizione. Non si tratta semplicemente di abitudini scorrette legate al cibo, ma di disturbi di natura psichiatrica con un'alta frequenza di complicanze mediche, che possono portare anche alla morte. Per questo richiedono un trattamento specifico e la collaborazione tra diverse figure professionali, che si occupino in modo integrato di questi diversi aspetti, psicologico-psichiatrici, nutrizionali e medico-internistici.
Sempre di più e sempre più giovani sono i malati di DAN, in sette casi su dieci si tratta di adolescenti.
La prevenzione è vita
Prevenire questa malattia, che riguarda moltissimi pazienti e sconvolge le loro famiglie, informando tutti coloro che possono essere coinvolti, è il primo passo da compiere ed è ciò che la SINU Società Italiana di Nutrizione Umana mette in luce in occasione della Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata ai disturbi del comportamento alimentare.
È fondamentale, quindi, trasferire corrette informazioni alla rete di relazioni di questi giovani (famiglie, amici, insegnanti, istruttori di palestra, ecc.) per l'identificazione tempestiva di questi disturbi. Ad esempio, una particolare attenzione verso l'aspetto fisico o l'alimentazione possono nascondere una situazione di disagio psicologico e rappresentare un campanello d'allarme.
Per promuovere la salute intesa come pieno benessere psico-fisico anche nella fascia di popolazione più giovane, il Gruppo di Lavoro SINU - Education, coordinato da Matilde Borriello, ha dedicato diversi progetti mirati alla formazione degli insegnanti ed alla diffusione nelle scuole di ogni ordine e grado dei documenti di riferimento come i LARN, formulati dalla Società Scientifica, organizzando attività di divulgazione, formazione e aggiornamento. Una categoria particolare a rischio di sviluppare disturbi della nutrizione e dell'alimentazione sono i soggetti che praticano attività sportiva e gli atleti a ogni livello di competizione. Infatti, una particolare attenzione all'immagine e alle forme corporee, il dover rimanere in una specifica categoria di peso, il dover indossare uniformi o costumi, così come la pressione derivante dal raggiungimento della vittoria, possono essere fattori scatenanti per un disturbo alimentare.
La diagnosi precoce
Trattandosi di una vera e propria patologia, il riconoscimento ed il trattamento precoce sono fondamentali per aiutare i soggetti colpiti. Tuttavia, a differenza di altre situazioni, spesso il soggetto affetto non percepisce il disturbo come malattia e non accetta di intraprendere un percorso di cura, pensando che una "dieta" o anche un'attività fisica esasperata possa portare alla risoluzione del problema. In Italia è ancora troppo scarsa l'attenzione ai segnali di disagio psicologico e tuttora si assiste alla stigmatizzazione nei confronti di chi necessita e richiede un aiuto psicologico-psichiatrico.
In occasione della Giornata, il Ministero della Salute ha organizzato l’evento “Disturbi della nutrizione e dell'alimentazione – Il punto sui percorsi di cura e sulle nuove opportunità”.
I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA) sono sempre più diffusi e si stima che in Italia oggi più di tre milioni di persone ne soffrono e decine di milioni di giovani e di adulti nel mondo si ammalano ogni anno.
La pandemia ha peggiorato ulteriormente la situazione, con un incremento di casi stimato di almeno il 30-35% e un abbassamento dell’età di esordio. Al fine di garantire ai pazienti con disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione un'appropriata presa in carico da parte delle strutture regionali, è stato stanziato un fondo straordinario pari a 10 milioni di euro per l’anno 2024- Legge 23 febbraio 2024, n. 18.
Questo nuovo fondo andrà ad aggiungersi ai 25 milioni di euro già stanziati per gli anni 2022-2023.
L’approccio multidisciplinare
Una volta identificato il problema è indispensabile, quindi, un approccio multidisciplinare ed integrato e garantire la continuità delle cure, che possono durare anni o anche tutta la vita". Negli ultimi tempi si è anche ampliato lo spettro dei disturbi alimentari, con nuove patologie emergenti come vigoressia, pregoressia, drunkoressia, ortoressia, ecc.
E’ necessaria una rete di prevenzione e protezione, che coinvolga le diverse figure professionali sanitarie (psichiatri, psicologi, psicoterapeuti, dietisti, dietologi e nutrizionisti, endocrinologi, gastroenterologi, cardiologi, pediatri ecc.), le associazioni dei pazienti e delle famiglie, come la Fondazione Fiocchetto Lilla, già attiva da anni, e tutte quelle che operano a livello nazionale e territoriale, le scuole, le società sportive, i gruppi di aggregazione dei giovani. Un percorso comune e condiviso, che va dall'informazione alla diagnosi precoce e alla cura, in base alla gravità del quadro clinico, in settings sempre più complessi, dall'ambulatorio al ricovero ospedaliero, fino alla terapia intensiva.