Partecipa a Alto Molise

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

L’Istituto d’Agnillo porta lo sport nel carcere di Isernia: in campo studenti e detenuti, uniti dal gioco

Condividi su:

 

ISERNIA – Una partita di calcetto, un campetto circondato da sbarre e filo spinato, ma soprattutto un messaggio potente: lo sport può essere ponte, riscatto e libertà. È successo il 5 giugno, quando una rappresentanza delle classi quinte dell’Istituto Omnicomprensivo “G. N. d’Agnillo” di Agnone ha varcato le porte della casa circondariale di Isernia per condividere una mattinata con gli studenti detenuti del percorso di istruzione per adulti dell’IPSEOA “San Francesco Caracciolo”.

Guidati dai docenti Emanuele D’Ambrosio e Anna Scampamorte, i ragazzi hanno vissuto un’esperienza intensa e fuori dal comune: una partita di calcetto che è diventata simbolo di dialogo, empatia e superamento dei pregiudizi. Sul campo, nessun muro, solo gioco e rispetto reciproco. Lì, dove ogni giorno si combatte con la privazione della libertà, lo sport ha restituito per un attimo il sapore della normalità.

Il progetto, fortemente voluto dalla Dirigente Maria Rosaria Vecchiarelli, nasce con l’obiettivo di unire due mondi solo in apparenza distanti. La scuola, luogo di crescita e formazione, si è fatta promotrice di un'iniziativa capace di scardinare stereotipi e avvicinare vite segnate da percorsi diversi.

«Ogni detenuto ha una storia, un errore, ma anche una possibilità», hanno sottolineato i docenti. Ed è proprio questa possibilità che il progetto vuole offrire: un momento di incontro vero, senza giudizio, dove i ruoli si annullano e resta solo l’essere umano.

La partita, finita in pareggio, è stata una vittoria per tutti. Perché ha insegnato ai giovani che l’errore non è una condanna definitiva e che la comprensione passa anche attraverso un pallone che rotola tra due squadre apparentemente lontane, ma unite dallo stesso desiderio: sentirsi liberi, almeno per un attimo.

Condividi su:

Seguici su Facebook