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Consiglio comunale acceso ad Agnone: quattro proposte sul tavolo per l’ospedale, ma manca la voce della Regione

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Ieri, presso la sala consiliare del Comune di Agnone, si è tenuto un consiglio comunale che, a un primo sguardo, poteva apparire grottesco per i toni e le dinamiche, ma che ha trattato un tema di assoluta gravità: la crisi della sanità pubblica e in particolare il futuro dell’ospedale “San Francesco Caracciolo”.

Oltre a una rilevante variazione di bilancio, l’ordine del giorno prevedeva infatti la discussione sul presidio ospedaliero, sempre più in difficoltà a causa della carenza di personale medico e dell’incertezza sulle prospettive di lungo periodo. A intervenire per primo sulla questione è stato il consigliere di minoranza Vincenzo Scarano, capogruppo della lista Agnone Identità e Futuro, nonché esponente della Lega, che ha rivendicato con forza di aver richiesto l’inserimento del punto sanità nell’agenda del consiglio comunale.

Allegate all'articolo un PDF che contiene tre proposte a nome di Scarano, Paglione Paoletti, manca quella della maggioranza al comune di Agnone.  Scarano ha presentato una proposta elaborata dopo un confronto con medici del nosocomio agnonese e altri esperti del settore sanitario. Secondo il consigliere, non si tratterebbe di una vera carenza di medici, quanto piuttosto di una cattiva organizzazione. La soluzione, a suo dire, risiederebbe nell’applicazione integrale del DM70, che riconosce l’ospedale di Agnone come “ospedale di area disagiata”. Tale classificazione – ha sottolineato – deve tradursi in azioni concrete, tra cui l’inserimento della struttura in un circuito accademico con l’Università degli Studi del Molise, per attrarre medici specializzandi e personale strutturato. Scarano ha inoltre ringraziato i sanitari che continuano a prestare servizio nel presidio con grande professionalità e spirito di sacrificio.

Successivamente è intervenuto anche un giovane medico agnonese che ha voluto precisare di non parlare a nome di alcuna forza politica, ma in qualità di cittadino e professionista. La sua proposta si è concentrata interamente sull’impiego di medici specializzandi, da coinvolgere con strumenti e percorsi mirati per rafforzare i reparti.

La maggioranza consiliare ha illustrato una propria proposta, e si è deciso di istituire una commissione che possa valutare le varie idee in campo e arrivare a una posizione condivisa. 

Tuttavia, osservando il dibattito dall’esterno, sorge una questione non secondaria: la sanità è una competenza regionale. In Molise esistono figure specifiche e ben retribuite, come il direttore generale dell’ASReM, il commissario ad acta, il subcommissario, e gli assessori regionali al ramo, tutti incaricati dalla legge per garantire i livelli essenziali di assistenza (LEA). Viene quindi da chiedersi perché a dover elaborare soluzioni operative per salvare un ospedale debbano essere consiglieri comunali – peraltro non competenti in materia – o singoli cittadini non incaricati istituzionalmente ma che propongono in una sede istituzionale dove è necessaria la delega popolare?

Ulteriore elemento di ambiguità è rappresentato dal fatto che il gruppo consiliare promotore della proposta, sebbene in minoranza ad Agnone, fa capo a un partito – la Lega – che è parte della maggioranza di governo in Regione Molise. Una sovrapposizione di ruoli che alimenta interrogativi sulla coerenza politica e sull'effettiva volontà di incidere dove le decisioni realmente si prendono.

Nel frattempo, l’ospedale Caracciolo resta in balia dell’incertezza, mentre la comunità continua a chiedere risposte concrete e immediate.

 

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