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Agnone, 68 anni dopo: gli scolari del maestro Giuseppe Orlando si ritrovano nello stesso luogo della storica foto

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Agnone – Sessantotto anni sono passati, ma il tempo non ha scalfito il legame che unì quindici bambini della seconda elementare dell’anno scolastico 1957-58. Quel legame, nato tra i banchi sotto lo sguardo attento del maestro Giuseppe Orlando, ha resistito alla vita, alla distanza e al tempo. Oggi, quegli scolari – uomini ormai – si sono ritrovati nel medesimo luogo dove, nel lontano ‘58, fu scattata una foto che li ritraeva uniti, pieni di sogni, in grembiule nero e col fiocco blu.

Erano in quindici allora: Mastronardi Antonio, Melloni Antonio, Patriarca Tonino, Busico Settimio, Ferrucci Domenico, Manuppella Giovanni, Di Pilla Antonio, Catolino Michele, Di Sabato Nicola, Di Nucci Giovanni, De Simone Nicodemo, Carlomagno Giovanni, Vecchiarelli Carmine e Di Lullo Lino. Volti giovani, speranze grandi, e un maestro che seppe essere più di un semplice educatore: un seminatore di valori.

Ora, dopo quasi sette decenni, otto di loro si sono dati appuntamento nello stesso punto preciso vicino la scuola elementare tutt'ora esistente . Alcuni compagni, purtroppo, non ci sono più; altri non hanno potuto partecipare. Ma quelli presenti hanno portato con sé il ricordo di tutti.

Nel nuovo scatto, ci sono uomini maturi, professionisti affermati, ma soprattutto amici rimasti legati da un filo invisibile. Tra loro, il professor Di Lullo, oggi docente universitario e Chirurgo, l’agronomo Melloni, il dottor Manuppella, il geologo Vecchiarelli, l’ingegnere Di Pilla, il dottor Mastronardi, il docente Catolino. Un ritratto di vite ben riuscite, di semi cresciuti forti.

Commovente la presenza del professor Maxillo Facciale, volato in Canada decenni fa e tornato in vacanza proprio per questo speciale incontro. “Volevo esserci – ha detto – perché questa foto fa parte di ciò che sono diventato. Qui è nato tutto”.

Tra strette di mano, abbracci e occhi lucidi, non sono mancati i ricordi. I giochi nel cortile, i rimproveri bonari del maestro Orlando, le prime parole scritte in bella calligrafia. E proprio a lui, al maestro che li ha guidati da piccoli con fermezza e dolcezza, è andato il pensiero più sentito: “Ci ha insegnato a essere uomini, prima ancora che studenti”.

In un’epoca in cui tutto corre veloce e i rapporti si sfaldano, questa storia di amicizia, memoria e riconoscenza rappresenta un raro e prezioso esempio di umanità autentica. Un ritorno alle radici, con lo stesso cielo di Agnone a fare da testimone e la stessa luce a illuminare volti diversi, ma gli stessi cuori.

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