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Campomarino, il nido di tartaruga Caretta caretta spostato per rischio mareggiate: sarà monitorato 24 ore su 24

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Nelle ultime settimane, le coste del Molise sono state interessate da condizioni meteo-marine avverse, con mareggiate intense che hanno messo in pericolo il nido di tartaruga marina Caretta caretta segnalato a Campomarino nella notte tra il 2 e il 3 luglio scorsi. A seguito del maltempo, nella giornata di ieri, 6 agosto, i volontari del Centro Studi Cetacei di Pescara hanno effettuato un’ispezione tecnica dell’area e rilevato un avanzamento significativo della linea di battigia, che ha ridotto la distanza tra il mare e il sito di deposizione. 

Per motivi precauzionali e in vista di ulteriori burrasche previste nei prossimi giorni, è stato deciso di procedere con il trasferimento del nido in una zona più sicura. Il trasloco delle uova è stato effettuato secondo i protocolli previsti per la tutela della specie e in condizioni controllate, con l’obiettivo di non compromettere la schiusa. L’operazione è stata supportata anche dalle Guardie Ambientali d’Italia ODV – Sez. di Termoli, che da settimane collaborano attivamente al presidio e alla tutela del nido. Il nuovo sito, più protetto, sarà monitorato quotidianamente, anche grazie al posizionamento di una telecamera per il controllo continuo 24/24h, installata grazie alla collaborazione con Dimensione, a pochi giorni dall’evento atteso: la schiusa. Se le condizioni si manterranno favorevoli, la nascita dei piccoli esemplari di Caretta caretta dovrebbe avvenire entro la fine di agosto.

Si ricorda che si tratta del terzo caso documentato di nidificazione in Molise (dopo quelli del 2019 e del 2024), e del secondo avvenuto proprio nella zona di Campomarino. Un dato rilevante, che conferma la crescente frequentazione di queste coste da parte della specie. Il Centro Studi Cetacei rinnova l’invito al massimo rispetto dell’area e alla collaborazione da parte della cittadinanza e dei bagnanti: evitare qualsiasi disturbo è fondamentale per il buon esito della schiusa e per garantire un futuro a una specie ancora oggi considerata vulnerabile nel Mediterraneo.

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