Partecipa a Alto Molise

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Molise, il 90,9% dei ginecologi è obiettore: aborto garantito solo da pochi medici e strutture carenti

Condividi su:

Molise il 90,9% degli ginecologi e delle ginecologhe è obiettore di coscienza per quanto riguarda l'interruzione volontaria di gravidanza.Nove medici su dieci, dunque, sono anti-abortisti in una regine in cui la quota di aborti attraverso l'uso della pillola raggiunge oltre l'80%. A rivelare i dati è Medici del Mondo che evidenzia il "paradosso italiano sull'aborto" fatto di "scarsità di servizi, ma buone pratiche locali laddove il personale lo consente".
   

 In vista della della Giornata internazionale per l'aborto sicuro del 28 settembre, la rete internazionale dei medici impegnati nell'accesso alla salute, ha presentato il terzo rapporto oggi alla Camera dei Deputati, che evidenzia il "blackout informativo che alimenta le disuguaglianze e ostacola l'accesso a un diritto garantito dalla legge esercitato da oltre 65 mila donne in Italia nel solo 2022", l'ultimo anno di cui si hanno dati disponibili da parte del ministero della Salute.
    

Emblematico, e preoccupate, è il quadro che emerge sui dati del Molise dove non esiste solo un altissimo numero di medici obiettori ma anche una evidente "carenza di strutture", con un solo ospedale, il Cardarelli di Campobasso, attivo per l'interruzione di gravidanza. "Solo recentemente - aggiunge l'associazione - il servizio è stato esteso all'ospedale di Termoli, grazie all'iniziativa e alla disponibilità del dottor Saverio Flocco". Secondo i dati del ministero, nel 2022 il Molise rileva un tasso di emigrazione del 23% verso altre regioni per effettuare l'aborto, in particolare dalla provincia di Isernia, dove manca completamente un punto di interruzione volontaria di gravidanza. 

I consultori familiari in Molise, poi, sono pochissimi: appena 1 ogni oltre 66 mila abitanti, "un dato drammaticamente inferiore rispetto allo standard previsto di 1 ogni 20.000". "A fronte di queste difficoltà logistiche e strutturali - sottolinea Medici del Mondo -, il Molise registra uno dei più alti tassi di ricorso alla RU486 (la pillola abortiva, ndr) in Italia

 Secondo i dati dell'Iss, nel 2023 l'81,5% delle interruzioni volontarie di gravidanza effettuate all'ospedale di Campobasso è avvenuto per via farmacologica (contro una media nazionale del 58,4%). Nel 2024, la percentuale è aumentata ulteriormente, consolidando il primato nazionale. Il motivo? La stessa mancanza di personale non obiettore: gestire un'interruzione farmacologica è molto più semplice rispetto che organizzare un'interruzione chirurgica".
    

"Quando le istituzioni non garantiscono personale e servizi - il commento della direttrice di Medici del Mondo Italia, Elisa Visconti -, non si tratta di difficoltà tecniche, ma di una scelta politica che produce disuguaglianze e limita la libertà delle persone".
   

Condividi su:

Seguici su Facebook