Capracotta (IS) – “La salute è un diritto, non un privilegio.” Con queste parole il sindaco di Capracotta e presidente di UNCEM Molise, Candido Paglione, interviene sul nuovo Programma Operativo Sanitario trasmesso dalla struttura commissariale al Consiglio Regionale del Molise. Un documento che, secondo il primo cittadino, non risponde ai bisogni reali delle aree interne e montane, dove garantire il diritto alla salute è ormai sempre più difficile.
“Nelle nostre comunità – spiega Paglione – gli ospedali sono stati depotenziati e resi sempre più lontani, i presidi territoriali ridotti, i servizi sanitari tagliati. Persino le sedi delle Guardie Mediche, ultime luci accese nei paesi di montagna, vengono messe in discussione. Ma senza sanità non c’è futuro: così cresce lo spopolamento e la montagna si svuota.”
Per il sindaco di Capracotta, lo svuotamento dei territori montani non è solo un problema locale ma una questione nazionale: “Una montagna senza persone è una ferita per tutto il Paese. Dove non c’è presenza umana vengono meno la cura e la custodia dei luoghi, aumentano i rischi di frane e dissesti, si perdono i servizi ecosistemici che la montagna garantisce a tutti.”
Paglione ricorda che i boschi assorbono CO₂, proteggono la biodiversità e contrastano i cambiamenti climatici, mentre le sorgenti alimentano fiumi e acquedotti: “La montagna è la fabbrica dell’acqua, e l’acqua serve a tutti, anche a chi vive in pianura o in città.”
Difendere la sanità pubblica, secondo Paglione, significa difendere la vita dei territori e i principi fondamentali del Servizio Sanitario Nazionale. “La legge 833 del 1978 – sottolinea – ha istituito un sistema fondato sull’universalità, per garantire cure gratuite e uguali per tutti, indipendentemente dal reddito o dal luogo di residenza. Ma oggi quel modello è minacciato dal definanziamento e dalla spinta verso il privato, che rischiano di riportarci indietro di cinquant’anni, quando l’accesso alle cure dipendeva dal portafoglio e dalla categoria di appartenenza.”
“Difendere oggi la sanità pubblica – conclude Paglione – significa difendere la Costituzione, la dignità delle persone e il futuro delle nostre comunità. Le aree montane non chiedono privilegi, ma solo il rispetto di un diritto fondamentale. Perché una montagna che vive fa bene a tutto il Paese. E la salute, come l’acqua, i boschi e l’aria pulita, deve restare un bene comune.”

