Di fronte alla recente approvazione del Programma Operativo Sanitario 2025-2027, il sindaco di Cerro al Volturno, Remo Di Ianni, interviene per esprimere preoccupazione e ferma contrarietà a un modello che – a suo giudizio – continua a penalizzare la provincia di Isernia e le aree interne del Molise.
Il primo cittadino sottolinea come il diritto alla salute non possa essere ridotto a una questione di parametri ministeriali o numeri di bilancio, ma rappresenti un fondamento di civiltà e un pilastro irrinunciabile di equità territoriale.
Nelle sue dichiarazioni, Di Ianni richiama l’attenzione sulle criticità del sistema sanitario regionale, dal Veneziale di Isernia al Caracciolo di Agnone, evidenziando la necessità di una riforma profonda capace di garantire cure e servizi anche nei territori più periferici.
Segue il testo integrale delle dichiarazioni del sindaco Remo Di Ianni:
“Il diritto alla cura è il primo presidio di civiltà La sanità non può essere ridotta a un calcolo di soglie o parametri ministeriali: è il primo presidio di civiltà di una comunità. Difendere la sanità pubblica, soprattutto nelle aree interne, significa difendere anche un altro diritto fondamentale: quello di poter scegliere dove vivere, senza essere costretti ad abbandonare la propria terra per inseguire altrove i servizi essenziali. Quando mancano presidi, medici, ambulanze e strutture di emergenza, non si perde solo assistenza sanitaria: si perde la speranza, la fiducia e la possibilità di futuro di intere comunità. Il Programma Operativo Sanitario 2025-2027 conferma un modello che continua a penalizzare la provincia di Isernia e le aree montane del Molise. Il Veneziale di Isernia, presidio essenziale per l’emergenza-urgenza e per la rete di emodinamica, resta privo di garanzie operative e di investimenti strutturali concreti: il tavolo tecnico ha espresso riserve e la discussione è ancora in corso. Il Caracciolo di Agnone, classificato come ospedale di area disagiata, rischia di essere riconvertito in struttura di comunità, riducendo ulteriormente la capacità di risposta sanitaria in un territorio già fragile. La rete del 118 continua a soffrire per carenze di personale e mezzi, mentre le guardie mediche vengono accorpate e ridimensionate, compromettendo la continuità assistenziale nei piccoli comuni. Dopo oltre dieci anni di commissariamento, la sanità molisana registra meno servizi, più distanze e una crescente diseguaglianza territoriale. È chiaro che il DM 70/2015, pensato per realtà demografiche e infrastrutturali ben diverse, necessita di una riforma profonda, che riconosca la specificità del Molise: una regione piccola, montuosa e dispersa, dove la prossimità non è un privilegio, ma una necessità. Solo quando anche l’ultimo cittadino delle nostre aree interne potrà sentirsi curato, protetto e non dimenticato, potremo dire di vivere in una regione giusta, che non misura la vita in numeri, ma nel valore della sua gente.”
Remo Di Ianni

