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Termoli, crisi Stellantis: la diocesi esprime piena vicinanza ai lavoratori. L’appello del vescovo Palumbo

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L’incertezza sul futuro dello stabilimento Stellantis di Termoli continua a crescere, alimentando la preoccupazione di numerosi lavoratori e famiglie del territorio. In occasione della mobilitazione indetta dai sindacati del settore automotive, che si è svolta questa mattina, per chiedere un piano industriale concreto, il vescovo della Diocesi di Termoli-Larino, mons. Claudio Palumbo, rinnova – a nome di tutta la Chiesa diocesana – la piena vicinanza e solidarietà ai dipendenti dello stabilimento.

Il vescovo, richiamando un precedente comunicato diffuso nei mesi scorsi, invita nuovamente le istituzioni, a tutti i livelli, ad assumere maggiore consapevolezza di fronte a ciò che si profila come un dramma doloroso per le comunità del Molise e in particolare del basso Molise. Le preoccupazioni riguardano soprattutto la possibile revoca del progetto della Gigafactory, con il rischio concreto di perdere un investimento ritenuto strategico per la transizione energetica e per l’occupazione locale.

Di fronte alla possibilità che decisioni definitive siano già state prese, il vescovo si chiede quale potrà essere il futuro di tante famiglie e di tanti giovani. La perdita di aziende e posti di lavoro, sottolinea, avrebbe gravi conseguenze sull’intero tessuto economico e sociale del territorio. La Chiesa diocesana ribadisce di essere concretamente dalla parte dei lavoratori e delle loro famiglie, condividendo il disorientamento generato dalle notizie sempre più preoccupanti sulle prospettive dello stabilimento. La nota richiama la necessità di denunciare eventuali ritardi, omissioni o negligenze, affermando che «non c’è dignità senza lavoro» e che la dignità negata rende questa area geografica «terra bruciata, un deserto senza vita». Viene ricordato il compito di vigilare su tutto ciò che è contrario alla dignità della persona e alla convivenza civile.

Il vescovo esprime solidarietà ai tanti padri di famiglia che rischiano di perdere il lavoro e alle famiglie angosciate dalla possibile chiusura di uno stabilimento che ha assicurato per anni certezza e futura stabilità. Accanto alla solidarietà, mons. Palumbo richiama la responsabilità collettiva a impegnarsi per favorire il dialogo e l’incontro tra le parti coinvolte. Negli ultimi tempi, ricorda, si sono moltiplicati tentativi di tavoli di confronto e di concertazione, purtroppo senza esiti positivi. Da qui la domanda: è possibile dubitare della capacità di incontrarsi, dialogare, ascoltarsi e cercare insieme vie d’uscita positive?

Ai sindacati il vescovo assicura vicinanza e sostegno per le manifestazioni pubbliche pacifiche e per l’impegno a favore dei lavoratori. La nota richiama inoltre l’insegnamento della Dottrina Sociale della Chiesa, che vede nei sindacati strumenti di difesa e promozione della dignità dei lavoratori, fondati su principi come responsabilità, personalismo e partecipazione. La loro azione, si sottolinea, supera la dimensione economica per includere quella umana, sociale e culturale del lavoro e richiede un dialogo costruttivo e collaborativo con imprenditori e istituzioni, per contribuire alla costruzione di una società più giusta e solidale.

La conclusione della nota richiama il valore del lavoro come base del futuro di una società unita, fondata sull’uguaglianza e sulle pari opportunità. Senza lavoro – si avverte – si generano scarti sociali, arretratezza, sottosviluppo e terreno fertile per illegalità e criminalità organizzata. Da parte delle comunità locali resta forte il desiderio che si intervenga prontamente, grazie all’impegno di tutti, per ridare motivi di speranza.

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