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Cordoglio a Trivento per la morte dell'architetto Peppino Ciafardini. Tullio Farina lo ricorda con grande commozione

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Un’atra morte, maturata nel giro di pochi giorni, quella dell’architetto Peppino Ciafardini al quale mi legava una profonda amicizia, ha turbato il clima natalizio, provocando sgomento e dolore. Si era Laureato a Venezia e con questa città aveva un rapporto particolare ed un amore profondo tant’è che molte volte parlava anche in dialetto veneto.

Caro architrave, cosi come affettuosamente ti chiamavo, per la tua prestanza fisica, una notizia più brutta di questa non me la potevi fare avere, nel contempo mi lasci un patrimonio di amicizia che non potrò mai dimenticare e porterò sempre tra i miei ricordi.

Ti ricorderò fin da quando eri giovane ed io ti portavo con me a Fossalto nei tornei di corsa dei festival dell’Avanti, che ti vedevano sempre salire sul podio, ti ricorderò nelle cene estive a Montefalcone a mangiare le “ sagne appezzate” ed in modo particolare ricorderò quella sera quando girammo per lungo e per largo per trovare un ristorante aperto e alla fine dovemmo ripiegare sul panino con la mortadella. La tua compagnia era bella perché tu eri loquace e giovale, mangiando lentamente spaziavi su diversi argomenti; molte volte quando io avevo già finito tu ancora eri a metà del pranzo. Durante tutta questa estate mi hai sollecitato una cena a Montefalcone insieme a Salvatore, il medico a cui ti rivolgevi nei momenti più critici del tuo stato di salute, per un momento di convivialità, ma io ho sempre rimandato ad altra data; adesso mi resta l’amaro in bocca per non averti assecondato.

Politicamente mi sei stato sempre vicino ed hai partecipato con entusiasmo alle mie campagne elettorali per cui ancora adesso ti ringrazio per la fiducia che mi hai sempre dato, così come sei stato disponibile in altre circostanze non solo nei miei confronti ma anche verso altri. Sei stato generoso e quando potevi aiutavi sempre chi era in difficoltà.

Ultimamente mi accompagnavi per le visite oculistiche e il più delle volte eri tu che ti offrivi spontaneamente senza che io nemmeno te lo chiedessi per non mettermi in difficoltà.

Con la tua dipartita mi mancherà anche quel momento della colazione mattutina, quando io per non farti mangiare per intero il cornetto te ne chiedevo la metà anche se non mi andava, sapendo del tuo diabete e tu subito accettavi la mia proposta. Tanti e quasi innumerevoli sono i momenti vissuti con te, che non sono sempre stati idilliaci, ma anche burrascosi a causa della tua testardaggine. Questo era il tuo punto debole, quando ti impuntavi su qualcosa non c’era modo di farti cambiare idea. Quante volte abbiamo litigato in maniera anche burrascosa perché non mi volevi ascoltare, ma alla fine il reciproco sentimento di amicizia ci univa di nuovo.

Ma se ti intestardivi, da persona onesta quale eri, ne pagavi le conseguenze senza prendertela con nessuno.

Sentirò il vuoto che lasci, mancherai non soltanto a me, ma anche a tanti altri che ti hanno conosciuto e che ti volevano bene. Mancherai soprattutto ai tuoi cari e alla tua compagna Silvana che con tantissimo amore ti è stata sempre vicino, soprattutto nei momenti difficili della vita.

Addio Peppino, da oggi in poi non scierai più sulle piste da sci, ma sulla costellazione celeste.

Ai familiari tutti e alla tua compagna le più sentite condoglianze

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